martedì 31 marzo 2015

PROVERBI E DINTORNI - delle superstizioni

Sul vocabolario dell' Enciclopedia Treccani, la voce Superstizione, è così definita :
" Insieme di credenze e pratiche rituali  dettate da ignoranza, frutto di errore, di convinzioni superate. La magia, ora considerata s. è stata ed è ancora, in diverse culture, fondamentale per capire e modificare la realtà ".
Cicerone, nel De Natura Deorum, definisce la superstitionem  una devozione patologica in chi trascorre le giornate rivolgendo alle divinità preghiere. voti e sacrifici perchè offrano protezione a loro ed ai loro familiari e servi e li preservino sempre in buona salute.
Jean Mellot, nel libro La superstizione surrogato della fede, definisce la superstizione :
" deviazione del sentimento religioso fondata sul timore o sull' ignoranza che attribuisce un carattere sacro a varie credenze, pratiche, obblighi ecc. ".

Secondo lo stesso Mellot, la chiesa avrebbe cercato di estirpare e debellare le superstizioni cercando nel contempo di conoscere le cause che le generano, e quindi intervenire su di esse per estirpare questo fenomeno.
Le colpe della chiesa però sono molteplici in queste espressioni di ignoranza popolare, anzitutto la mancata sconfitta di questi fenomeni le si deve attribuire al fatto che molto spesso, allo scopo di acquisire maggior potere, essa ha trasformato  credenze pagane in cristiane, lasciandone vive nelle popolazioni credenze e rituali che dichiarava di voler combattere, l' aver sempre voluto tenere i popoli in uno stato di sudditanza intellettuale e culturale, ha poi fatto il resto.
Certamente credere che essere in 13 a tavola porti sfortuna, ma anche nè di venere nè di marte, non si sposa e non si parte, oppure rituali come quello di buttarsi il sale dietro le spalle quando si è versato l' olio a tavola ( tenendo conto che l' olio è sempre stato considerato un bene prezioso oltre che costoso ),  o peggio credere in spiriti e fantasmi beneauguranti se forniscono i numeri da giocare al lotto.
In realtà le superstizioni altro non sono che retaggi di un passato nel quale si cercava di percepire attraverso l' interpretazione di fatti, avvenimenti o premonizioni la positività di qualcosa che sarebbe dovuto accadere, e poichè, si sperava che tali accadimenti potessero assumere un risvolto positivo, si cercava di condizionarne i risultati attirandosi la benevolenza di chi poteva intervenire a modificare in senso positivo gli accadimenti.
Tutto ciò ha sempre fatto si che individui capaci di soggiogare la creduloneria di determinate persone, ottenessero dei tangibili vantaggi col far credere di poter essere dei tramite fra costoro a le divinità che potevano modificare l' evolversi degli eventi.

lunedì 30 marzo 2015

Le satire QUOTIDIANE

                           NON PER NULLA L' HO GOVERNATA PER UN VENTENNIO
                                                                         CRIBBIO
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A PROPOSITO DI XILELLA
 Chi ricorda la campagna diffamatoria che accompagnò il prof. Di Bella quando promuoveva la sua cura contro il cancro ? fu offeso, chiamato ciarlatano, le multinazionali del farmaco assoldarono fior di  scienziati con il compito di dileggiare, distruggere le teorie di Di Bella  che proponeva cure alternative a quelle dei santoni della medicina ufficiale.
OGGI, A DISTANZA DI DECENNI, QUALCUNO INIZIA A DIRE CHE effettivamente la cura Di Bella non era poi tanto sballata, e qualche risultato lo ottiene.
LA STORIA SI RIPETE ? Oggi i Santoni si chiamano magari CLAUDIO SCAMARDELLA ( editorialista del Quotidiano di Lecce ), ma difendono a spada tratta le teorie di chi vorrebbe sradicare alberi centenari e, perchè no ? anche millenari, senza alcuna prova scientifica di ciò che in realtà succede qui nel Salento, così come vorrebbero farci intendere che solo qualche migliaio di alberi sarà sradicato, ma su quali basi ? nessuno lo dice, anche perchè di sicuro nessuno lo sa.
L' OFFESA È L' UNICA ARMA CHE HANNO E LA USANO PER POTER SCREDITARE CHI NON SI ATTIENE ALLE LORO DIRETTIVE.
CI SAREBBE DA RIDERE SE NON FOSSE UNA FACCENDA MALEDETTAMENTE SERIA

venerdì 27 marzo 2015

PROVERBI E DINTORNI - delle superstizioni

FETICCI - AMULETI E TALISMANI

Quando l' uomo non era ancora fatto ad immagine e somiglianza di dio, possedeva degli oggetti che venerava ed a cui dedicava preghiere e chiedeva intercessioni verso gli dei, affinchè questi prendessero a benvolere ed a protezione chi offriva loro sacrifici e preghiere.
Un sasso dalla particolare forma, una preda di caccia, un totem qualsiasi oggetto che per proprie peculiarità potesse avere caratteristiche di magia o rappresentare una determinata divinità; il sole, le nuvole, un fulmine, un osso, erano quindi raffigurazioni magiche.
questi oggetti furono in seguito chiamati feticci dal latino factitius che significa sortilegio, maleficio, incantesimo, magia da cui oggetto magico, amuleto.
Non sempre, però i feticci avevano una connotazione positiva nei riguardi dell' uomo, quei feticci che avevano tali caratteristiche furono, in seguito chiamati amileti talismani .
Presso gli Egizi amuleto era uno scarabeo, mentre i Romani consideravano amuleti alcune pietre preziose che portavano appesi al collo come collane, od ai polsi come dei bracciali.
Ancora oggi affidiamo ad alcune pietre preziose un significato di amuleti, l' agata, l' ambra, l' occhio di tigre il granato hanno tutte delle precipue particolarità ed influenze positive.
Ma amuleti e talismani non rappresentano però un' identità di valori, mentre l' amuleto è un oggetto che serve a preservare da influssi malefici e si porta generalmente addosso, oppure si tiene in luoghi che si frequentano, perchè preservino noi ed i nostri cari da influenze negative, malocchi, i talismani, oltre a ciò, hanno anche il compito di portare fortuna, far vincere somme di denaro o premi di valore in genere, quindi non tutti gli amuleti sono dei talismani che peraltro hanno maggior valore degli amuleti.

QUANTI FASTIDI xilella fastidiosa



CE LO COMUNICA TONIO TONDO SULLA GAZZETTA DI IERI :
Finalmente sappiamo tutto, la colpa della propagazione del contagio della xilella nel Salento è colpa di chi non si curava degli alberi e riscuoteva i soldi dell' integrazione, ma anche degli Olandesi che non hanno vigilato abbastanza sulle piante Costaricane.
Nessuno però che riesca a spiegarci come mai questo batterio giunto dal Costarica abbia improvvisamente cambiato gusti dedicandosi agli ulivi anzichè ad arance e viti.
Che sia colpa del caffè ? 

Le satire QUOTIDIANE

RENZI RITIRA IL PROGETTO SPIA DI ALFANO SULLE MAIL
UN SI SA MAI HON TUTTE STE NTERCETTAZIONI

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giovedì 26 marzo 2015

PROVERBI E DINTORNI - l' erve e li fiuri

DA UN' ANTICA CANZONE LECCESE


Lu zzanzecu                                                              la maggiorana

alla fenescia ddu spandi li panni             alla finestra dove stendi il bucato
nc' ete nna rasta te zzanzecu fiurita         c' è un vaso di maggiorana fiorita
nc' ete nna carusa te nnu sidici anni        c' è una ragazza di circa sedici anni
calata te lu celu e a nterra essuta             discesa giù dal cielo e in terra apparsa


mercoledì 25 marzo 2015

XILELA FASTIDIOSA - quanti grattacapi ci procuri

La UE comunica che ulteriori accertamenti saranno eseguiti sugli alberi segnati con la vernice rossa, intanto sembra che 500 ulivi siano guariti con la cura del patogeno fungino, il che dà ragione a chi sostiene che in realtà non sia la xilella a provocare il disseccamento, ma solo un fungo curabilissimo.
http://www.quotidianodipuglia.it/brindisi/xylella_l_amp_39_europa_aggiorner_amp_agrave_le_misure._sulle_piante_segnate_a_oria_ulteriori_controlli/notizie/1257626.shtml

PROVERBI E DINTORNI - l' arti e li mestieri antichi



Quandu li nonni nesci eranu ancora ii, pe lle strate, prima ncora li vagnuni bbascianu alle scole, le mamme spettanu li cristiani ca scianu ggirandu pe lle strate endendu tutte ddhre cose ca serviane pe tutti li giurni.
Ogne staggione tenia le rrobbe soi ca sianu bbindere, ma ncerane puru cose ca se endianu tuttu l' annu. lu latte era una te ddhre cose pe tuttu l' annu, la matina prestu ncera nnu cristianu ca lu endia, ma nu bbendia sulamente quiddhru, pe ccinca nu tenia muti sordi te spendere, endia puru lu sieru, ca era quiddhru ca rimania dopu ca ianu fattu lu casu e la recotta, cinca tenia quarche ssordu te cchiui se ccattaa lu latte, ma se li sordi eranu picca allora lu sieru era bbuenu cu pozzanu mangiare la suppa li vagnuni, nnu paninu ssuppatu cu llu sieru e poi alla scola.
Ncera puru quarche pecuraru ca scia ggirandu cu una o  ddo pecure o crape, lu latte era fornitu direttamente a km. 0, ca ddhri cristiani lu mungianu te ddhri animali e le mamme cu lu tescianu alli figghi , l' ianu prima bbollire.
Quandu ianu rriare le feste te natale o te pasca, parecchia ggente se crescia intra ll' ortale te rretu ccasa, l' addhruzzu, l' auniceddhru o puru lu puerciceddhru, e quandu rriaa lu mumentu cu llu macellanu, chiamanu l' ucceri ca te ddhri tiempii passaa pe lle strate cu nni lu ccite e cu nni li scorteca, cu lli sordi l ' ucceri se nde purtaa puru la pelle e lu sangu te dhre puere bestie.
Quarche annu a rretu ca ia sciutu cu mmujerima alla Sardegna, me ttruai ca sta ccetianu nna pecura ca ianu cresciuta , l' usu te ddhri posti, ancora osce, ete lu stessu ca ncera cquai a nnui.
Te state se endianu le mendule frische, li ruppini, passaa nnu cristianu te espera retandu  " Mandorle fresche, mandorle e ruppini dusci comu lu zzuccaru "  o puru  " Cocco fresco, cocco " e nnu putia mancare cinca endia li ggelati te limone, cu nnu carrettinu jancu e celeste a 3 rrote ca tenia nna punta nnanti comu quiddhra te nna bbarca e a ncoste ncera la scritta  Gelati.
Osce le norme igieniche ni tiscenu ca li ggelati e tutte ddhre cose nu sse potenu indere cchiui ccussine, tocca bbessanu confezionate, sia ca nu ssapenu cchiui te nienzi, ma anu bbessere protette pe lla salute, ca poi l'acqua cabbeimu, l' aria ca respiramu, e le cose ca mangiamu su tutte nquinate, nu ffasce nienzi.


TRADUZIONE

Al tempo dei nostri nonni, lungo le strade, di buon mattino, prima che i ragazzi andassero a scuola, alcune persone andavano in giro vendendo merci di consumo quotidiano.
Ogni stagione ha i suoi prodotti, ma vi sono anche prodotti che si usano durante tutto l' arco dell' anno, il latte è uno di questi, perciò di buon'ora i lattai erano già in giro, non vendevano però solo latte, essi infatti avevano due contenitori, uno dei quali destinato al latte, mentre l' altro era destinato
a contenere il siero, che era il residuo che rimaneva dopo aver prodotto il formaggio e la ricotta, chi aveva maggiori possibilità comprava il latte, mentre gli altri il siero, con il quale i bambini facevano colazione, un panino inzuppato nel siero e poi a scuola.
Vi era anche qualche pastore che andava in giro con una o due pecore o capre, dalle quali mungeva direttamente il latte a Km. 0 che le mamme, prima di dare ai figli, bollivano.   
Quando erano vicine le feste di natale o di pasqua , molta gente si cresceva, nel cortile dietro casa, il galletto, l' agnellino o pure il maialino e, quando giungeva il momento di macellarli, chiamavano i macellai che in quei giorni giravano per le strade offrendo le loro prestazioni, assieme al denaro, il macellaio si portava via pure la pelle ed i sangue di quelle povere bestie.
Qualche anno fa, mentre ero con mia moglie in Sardegna, mi trovai ad assistere alla macellazione di una pecora, e potei notare che le usanze di quei posti sono, ancora oggi, uguali a quelle che usavano dalle nostre parti.
In estate c' era chi vendeva le mandorle fresche ed i lupini e passava gridando " Mandorle fresche e lupini dolci come lo zucchero " oppure il cocco fresco, e non poteva mancare chi vendeva il gelato al limone su un carrettino bianco e celeste a tre ruote, fatto a punta come una barca, che recava sui lati la scritta gelati.
Le norme igieniche odierne proibiscono la vendita di quei prodotti in quelle condizioni, devono essere confezionate e protette, anche se non hanno più il sapore di quelle cose naturali di una volta, bisogna proteggere la salute pubblica, non fa nulla se l' acqua che beviamo, le cose che mangiamo, l' aria che respiriamo siano tutte inquinate .

Le satire QUOTIDIANE

I MERITI DEL DEMERITO
LE TUE COSTRUZIONI CROLLANO ?
BENE ALLORA PUOI PROGETTARE IL PADIGLIONE ITALIA
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martedì 24 marzo 2015

PROVERBI E DINTORNI - delle superstizioni


Dicono gli amici che seguono la fede Bahà' i, che la scienza e la religione sono le ali che portano l' uomo al progresso, poichè la sola scienza porta al materialismo, mentre la sola religione porta alla supestizione, mentre per evolversi, l' uomo necessita che queste due scienze siano in armonia fra loro.
Nel corso dei secoli, la religione ha sempre contrastato la scienza, pretendendo di essere l' unica ragione di vita e di progresso dell' umanità, in virtù del fatto che  trattasi di verità rivelata.
Prescindendo dal fatto che, finora, solo la scienza non ha mai contraddetto se stessa, mentre la religione ha persino negato realtà evidenti e provate ( non è questa comunque la sede per discutere di ciò ) , il mio intento, in questa sede, è quello di proporre ai miei lettori alcune delle superstizioni che comunemente ci troviamo ad affrontare nella quotidianeità, che ci portano a volte a degli strani comportamenti causati sia dal nostro inconscio, che da condizionamenti ambientali cui siamo o siamo stati oggetto nel corso della nostra vita.
Chi di noi non ha evitato almeno una volta in vita sua di passare sotto ad una scala oppure di aver cambiato strada vedendo un gatto nero che gliela tagliava ? Mettere il cappello sul letto ? Non sia mai, aprire l' ombrello in casa, porta jella.
Così come i numeri 13 o 17 , da non menzionare;  una cosa da fare assolutamente è quella di toccare ferro o grattarsi se si vede passare un funerale oppure solo un carro funebre.
Parlerò di queste teorie in acuni post che inseriti nel Gruppo dei PROVERBI E DINTORNI, avranno come sottotitolo delle superstizioni, sperando con ciò di rendere qualcosa di utile alla conoscenza degli amici che mi seguono.

Le satire QUOTIDIANE

                                                      LACROCE DELLA VERGOGNA

SENZA AVER ASSOLUTAMENTE CERCATO ALCUNA SOLUZIONE CHE SALVASSE QUESTI ALBERI, LI HANNO CONDANNATI AD ESSERE ESTIRPATI
NESSUNO GARANTISCE CHE SIANO MALATI E PER ORA SIAMO SOLO NELLA FASCIA DI SICUREZZA  
LA LORO UNICA COLPA È QUELLA DI ESISTERE DA SECOLI ED AVERCI FORNITO SEMPRE  IL LORO PREZIOSO ORO VERDE
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lunedì 23 marzo 2015

PROVERBI E DINTORNI - indovina indovinello



 1 )  Ausate la camisa, Bergamanti                    sollevati la camicia, Bergamanti
       nu tte critere ca te fazzu nienti                    non temere che non ti faccio male
       quantu ca te lu mintu nnanti, nnanti          che te lo infilo presto, presto
       fazzu li fatti mei, poi nu mbè nnienti ;        faccio i fatti miei, poi non è nulla

 2 ) Nna cosa longa,                                            una cosa lunga,
      ni pende allu tata ;                                        pende a papà

 3 ) Pigghialu Nnenna mia cu ddo ditilli           prendilo Nnenna mia con due ditini
      mintilu chianu, chianu a pertusilli              mettilo pian pianino sui buchetti
      e quandu iti ca à fattu effettu                       e quando vedi che ha fatto effetto
      stuscialu Nnenna cu llu fazzulettu              asciugalo Nnenna col fazzoletto

SOLUZIONI

 1 ) La sagnia                                                       il salasso
 2 ) La bbarba                                                      la barba
 3 ) Lu sternutu                                                    lo starnuto           

Le satire QUOTIDIANE

MATERNITÀ CON SORPRESA
ASPETTI IL FIGLIO FRA DUE MESI ? 
FALLO ASPETTARE !



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domenica 22 marzo 2015

PROVERBI E DINTORNI - il morso della taranta


Quarche ggiurnu rretu parlai te lu nanni orcu, ca rapia le beddhre piccinne e nde le purtaa sutta terra cu sse le mangia o cu nni fazza fare te serve a iddhru.
Comu llu nanni orcu, ncera puru nnautra criatura te li cunti nesci ca però stia sutta llu mare, era la mamma sirena
La mamma sirena abbetaa intra nnu castieddhru ca stia sutta llu mare, era fattu te cunchije e dde petre ca llucescianu, rapia puru iddhra le bbeddhre piccinne cu nde le porta sutta mmare, e cu nu sse nde pozzanu scappare le ttaccaa cu nna catina longa, longa, cu potenu rriare nnanti lla riva,  ma senna ppozzanu essire te l' acqua .
Trifone Nutricati Briganti, intra nnu libbru sou, scrisse ca nna caruseddhra ca la mamma fata ia rapita , stes a ddhrai piggioniera pe cchiui te ddo sieculi e ogne ttantu , nnu frate sou scia nnanzi mmare e chiancia pe lla soru ca ia persa, allora ddhra carusieddhra tescia nna canzune alla mamma sirena ca era ccussine :

- Mamma sirena, mamma sirena
   llenta llenta sta catina
   ca è bbinutu lu frate mia 
   cce llamentu ci sta ffasce .
  

Giorni fa narrai dei cunti relativi alle leggende di nanni orcu, che rapiva le fanciulle e le portava nella sua tana sotto terra per mangiarle o per renderle sue schiave.
Oltre un altro personaggio della favole nostrane, popolava i racconti della fantasia popolara, esso era chiamato mamma sirena.
Le leggende narrano che mamma sirena abitasse in un castello in fondo al mare fatto di conchiglie e pietrepreziose, rapisse anch' essa le fanciulle per portarle in fondo al mare, dove, per non farle scappare, le legava con una lunghissima catena che pemetteva loro di recarsi vicino alla riva, senza peraltro potere iscire.
Trifone Nutricati Briganti narr< in un suo libro di una ragazza che un ragazza rapita da mamma sirena, fosse stata raoita da oltre due secoli, e che ogni tanto si recasse vicino alla riva dov' era un suo fratello che continuava a cercarla piangendo lacrime disperate.
La fanciulla pregava mamma sirena con la supplica in alto.

LE SATIRE QUOTIDIANE

DICEVA MONTANELLI :
" Una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono due coincidenze, tre coincidenze son una prova ".
MUCCA PAZZA, AVIARIA, INFLUENZA SUINA, FEBBRE EQUINA, XILELLA FASTIDIOSA
CHE DIETRO TUTTO CIÒ VI SIA UNA STRATEGIA ?
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sabato 21 marzo 2015

PROVERBI E DINTORNI - tisce nnu saggiu

DA QUELLE BIANCHE DISTESE
UN PLOVELBIO ESCHIMESE
NON SAPRAI CHI SIA IL TUO AMICO PRIMA CHE IL GHIACCIO SI ROMPA


 1 )   A lla vigna te lu fessa                                         alla vigna del fesso
        se vindimia 3 fiate l' annu ;                               si vendemmia 3 volte l' anno

 2 )   Cchiu dottu ete lu santu                                     più dotto è il santo
         cchiu fessa ete cinca lu porta                            più fesso è chi lo porta
         ncueddhru ;                                                        sulle spalle

 3 )   Lu cchiu fessa ceddhru                                       il più fesso uccello
        se futte la meju fica ;                                           si fotte la miglior fica

 4 )   Lu cchiu fessa monicu                                       il monaco più fesso,
        porta la crusce ;                                                  porta la croce
                       
 5 )   Meju curnutu ca fessa                                       meglio cornuto che fesso
        se si fessa te canuscenu                                      se sei fesso ti riconoscono
        a ddu vai vai                                                       dovunque vai  
        se si curnutu la sapenu sulu                              se sei cornuto lo sanno solo
        a ddu vivi ;                                                          dove vivi

 6 )   Quandu ete festa ete festa                                  quando è festa è festa
        nna cepuddhra nnanti rretu                               una cipolla in più o in meno
        nu sse carcula ;                                                   non si conta

 7 )   Ci nu à bbutu nn'amica                                     chi non ha avuto una ragazza
        vagnona                                                               giovinetta       
        nu ssape cce gge fica ;                                        non sa cos' è la figa   
        
 8 )   Nfiernu e ffica nu sse                                         l' inferno e la figa, non sono
         bbinchianu mai ;                                                mai sazi

 9 )   Nu tte ffidare ca la corda                                   non fidarti se la corda
         ete crossa                                                            è grossa
        cchiù crossa ete la corda                                    più grossa è la corda
        cchiù mprima te lassa ;                                       più presto ti abbandona

10)   Scinca nasce te muscia,                                     chi nasce da una gatta,
         surgi pija                                                            prende topi   
         puttana la mamma,                                            puttana la madre,
         puttana la fija .                                                   puttana la figlia .

venerdì 20 marzo 2015

LA BALLATA DELLE STAGIONI



PER SALUTAR SOAVE PRIMAVERA

I   nizio la ballata dall' INVERNO
N  oi' l conosciam ei breve ha il giorno,
este di bianco l' aria tutt' intorno
E  gelo e neve gli fan da contorno,
R  egna silente sulle bianche valli
N  ei boschi pei sentieri e nelle calli
O  gni creatura trema, nella pelle.

P  er salutar soave PRIMAVERA
R  isvegliasi per tempo la natura,
I   n verde la campagna s' è vestita
M  entre un pallido sol gioia saluta.
A  mor cerca la dolce donzelletta
V  ede un garzon nella via, l' aspetta,
E  le dedica una serenata.
R  ose e viole han l'aria profumata
A  nche gli uccelli fanno grande festa.

È  calda l' aria, torrida l' ESTATE
S  ole cocente brucia nelle strade,
T  utti cercan nell' ombra refrigerio
A  nche il viandante vuol trovar riparo;
T  ra boschi e siepi sonnecchia la natura
E  canta la cicala fino a sera.

A  sera fresco, senti già l' AUTUNNO
U  n venticello giunge, lì dal mare
T  ra i rami or gialla chioma pare
U  na foglia in terra, ecco che cade.
N  ei tini senti il vino che gorgoglia
N  ebbia nei boschi su dai clivi sale,
O  r la natura, sembra quasi spoglia.

PROVERBI E DINTORNI - li culacchi te papa Cajazzu

IEU SUNTU PAPA CALIAZZU
FASCITI COMU IEU BBU TICU MA NU FFASCITI COMU IEU FAZZU


Lu Ntoni, a Lucugnanu, era nnu cristianu ca te cce ia ddentatu carusieddhru nu ia sciutu cchiui lla chiesia, nu sse cunfessaa mai e nnu sse fascia la comunione ( propriu comu a mmie, pare ).
A Lucugnanu pe stu fattu lu ngiuranu lu spretatu
Moi saia fattu rande e sia puru spusatu, li figghi ianu cresciuti e iddhru tenia puru li capiddhri janchi,
mujeresa stia tesperata pe stu maritu spretatu ca nu mbulia nde saccia nienti te la chiesia, stia sempre cu llu sciuteca , Ntoni tai fattu ecchiu, ni tescia, quannu ete crai ca mueri, ogghiu ssacciu comu te presenti nnanti a llu signore senza cu ttaggi mai cunfessatu, sinti propiu nnu scumunicatu.
Talli osce, talli crai alla fine lu Ntoni bbesugnau cu sse descide e ccu sse fazza curaggiu, percene mujeresa ia ddentata propiu insopportabbile, se nfurmau te quandu lu prievete tescia la missa e sciu cu sse bba cunfessa e cu sse cumuneca.
Quandu ca sta ddescia missa, papa Caliazzu, ca la sira prima sia mangiatu quasi nnu panaru te fiche,
bbesugnau cu sse ssenta percene ni inne nnu ttaccu te tiarrea, pe stu fattu ddummandau scusa alli fedeli e sciu llu cessu.
Quandu ia spicciatu, pe lla pressa ca ia tturnare cu ddisce missa, se scerrau sse llaa le manu e quandu rriau cu ddescia la comunione, lu Ntoni se ttruau cu bbessa lu primu.
Dopu ca ia pigghiata l' ostia ca nia tata papa Caliazzu, se nde turnau allu postu sou, ma cchiui scia nnanzi, cchiui tenia nnu sapure stranu a mmucca, maru , bruttu, ca ni enia quasi te fommecare, allora ddummandau a nna bbizzoca ca ni stia ssettata ncoste :
" Sienti cummare Nzina, ma cce sapore tene l' ostia ? "
La bbizzoca lu uardau e nni tisse :
" Nu ttene nisciunu sapore, quiddru ete lu cuerpu te cristu "
Lu Ntoni allora tisse :
" Ma pe ddiu, se ete lu cuerpu te cristo, propiu a mmie mia bbutu ccappare lu culu "?


TRADUZIONE

Antonio era un abitante di Lucugnano, che da quando era diventato un giovanotto, non era più andato in chiesa, non si confessava e non prendeva mai la comunione ( proprio come  me, insomma )
Perciò a Lucugnano lo soprannominavano lo spretato.
Ormai era grande, sposato, i figli erano cresciuti, ed aveva i capelli bianchi, la moglie, disperata per avere un marito spretato che non sentiva ragioni sulla fede, lo criticava continuamente, Antonio, gli diceva, ormai sei vecchio e se fra cent' anni dovrai morire, voglio sapere con che faccia ti presenterai al creatore , senza mai esserti confessato; sei proprio uno scomunicato.
A furia di insistenze, il povero Antonio dovette decidersi  e farsi coraggio poichè sua moglie era divenuta proprio insopportabile con queste sue prediche, allora si informò sugli orari delle messe e si recò in chiesa a confessarsi e comunicarsi.
Proprio quella mattina,però mentre diceva messa, l' arciprete papa Galeazzo, che la sera precedente aveva fatto una grande mangiata di fichi, ebbe l' impellente necessità di andare in bagno a causa di una forte diarrea causata dai fichi, chiese scusa ai fedeli, ed andò in bagno.
Finito che ebbe, per la fretta di tornare a dir messa, dimenticò di lavarsi le mani,e quando fu il momento di prendere la comunione, il povero Antonio, si ritrovò ad essere il primo.
Dopo aver preso l' ostia dalle mani di papa Galeazzo, mentre tornava al suo posto, il povero Antonio sentiva in bocca uno strano sapore, brutto, amaro, tale che gli procurava quasi l' urto del vomito.
Si rivolse perciò ad una ecchia bizoca che era seduta accanto a lui e le chiese :
" Scusa comare Oronzina,  ma che sapore ha l' ostia " ?
Lei lo guardò e gli rispose :
" Non ha nessun sapore, quello è il corpo di cristo "
A quel punto allora Antonio disse :
" Ma per dio, se è il corpo di cristo, proprio a me doveva capitare il culo " ?





















Le satire QUOTIDIANE

TOH!
ANCHE VAURO S' INCAZZA
DOPO AVER FATTO INCAZZARE STATISTI, PAPI, MINISTRI, ECCO FINALMENTE VAURO  INCAZZATO
CI VOLEVA PROPRIO L' ISIS
JE SUIS VAURÒ
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giovedì 19 marzo 2015

LE NOTIZIE DALLO SQUALLORE

Mi denunci ? allora ti licenzio e per ripicca licenzio anche tuo marito, così impari a non darmela.
Non fa una grinza il ragionamento di questo datore di lavoro solo che poi dovrà accettarne le conseguenze.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/lei-denuncia-molestie-in-ufficio-e-l-impresa-licenzia-suo-marito-no512332/

INCONGRUENZE RELIGIOSE


LE ZEPPULE TE SAN GIUSEPPE
Dolce tipico di questa ricorrenza, le zeppole sono oggi diventate riferimento della festa del papà: ma a rifletterci bene non sembra che questo riferimento sia molto gradevole per i cari papini che hanno fornito alle mamme la materia prima per poter diventare genitori.
Accomunare il nome di Giuseppe con quello dei papà, è sicuramente stata un' infelice idea di qualcuno che non poteva scegliere peggior ricorrenza da dedicare ai papà.
Mi spiego, Giuseppe, il marito di Maria, quando sposò la madre del Cristo, non conosceva la situazione nella quale era la sua donna, tant' è vero che, saputolo, ( lo afferma la bibbia ) meditava di ripudiarla; perciò far ricorrere la ricorrenza con quella di una persona che non solo non era papà, ma che si sentiva sicuramente, tradito tanto da pensare di abbandonare la moglie, non giova sicuramente all' immagine di un papà felice di aver affidato la continuazione della propria genealogia ad un proprio figlio, ma offre l' immagine della persona ferita nel proprio orgoglio e nella propria dignità di uomo.
Insomma la festa del papà sembra più che altro la festa dei cornuti .
AUGURI PAPÀ

PRELIBATEZZE DAL SALENTO

LI GNEMMARIEDDHRI
 Tipico piatto leccese, fatto cu lla centupezze ( trippa ), formaggio, prezzemolo, pepe e sale; cotto al sugo  con le patate, è una delizia.

In molte località della penisola salentina. le gnemmariedde, sono chiamati i classici  turcinieddhri, fatti con le interiora di agnello e legati con il budello che si cuociono arrosto ai carboni

Le satire QUOTIDIANE

                                                   GOVERNO ITALIANO
                                                                     =
                                                            TERRA DI
                                                                 LUPI

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lunedì 16 marzo 2015

LE NOTIZIE DALLA CORRUZIONE

Stavolta ade essere INCALZAto è stato lui, ora speriamo che qualcuno si decida a fare un o' di repulisti di tutta questa gente, anche se mi pare che queste inchieste servono solo a sostituire corrotti con altri corrotti.


http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/tangenti-arrestato-il-no801523

50.000 GRAZIE



Grazzie tante agli amici                                      Grazie tante agli amici                    
caggiu, speru, resu felici.                                     che spero, aver, reso felici.
Ca lu bloggu addu ieu scriu                                Con il blog dove io scrivo
mo à rriatu a nnu traguardu,                                ho raggiunto or un traguardo,
cinquantamila visitatori                                       cinquanta mila visitatori
anu lietti li culacchi                                             che han letto i miei culacchi
ca screia ggiurnu pe giurnu                                 che io scrivevo dì per dì
sperandu lli tegnu cuntenti.                                 sperando farli divertir.

Stu traguardu è superatu                                       Sto traguardo è superato,
e ieu nc' aggiu tantu speratu                                 io ci avevo tanto sperato.
mo bbu nci ole tanta custanza                              Or vi chiedo altra pazienza
pe lla prossima scadenza                                      per la prossima scadenza
ca se stamu bbueni e campamu                            se starem bene e campiamo
centumila puru li rriamu                                       centomila raggiungeremo
ca nna torta, sta fiata vera ,                                   ed una torta, stavolta vera,
ni mangiamu, a primavera                                    mangeremo di primavera

PROVERBI E DINTORNI - indovina indovinello



 1 )     Rriai a nna carrareddhra                                  giunto presso una stradina
          nci truai nna caruseddhra,                                 vi trovai una ragazzina,
          iddhra rise, ieu risi,                                           lei sorrise, io sorrisi,
          ausau l' anca e nni lu misi.                               alzò la gamba e gliel' infilai.

2 )     Ccerte lu portanu pelusu,                                   Alcune lo portano peloso.
         ccerte lu postanu spanu,                                     alcune lo portano umido,
         ccerte lu portanu ruttu,                                       alcune lo portano rotto,
         ccerte lu portanu sanu.                                        alcune lo portano sano.

 3 )    Tegnu nna cosa longa e rrezzata                        Ho una cosa lunga e ricciuta    
         comu a qiuddhra te lu tata.                                 come quella di papà.

 4 )    A bbui, beddhre piccinne,                                  A voi, belle bambine,
         quandu trase, bbu tole ?                                     quando entra vi fa male ?
         quandu ha trasutu lu facci te mpisu,                   quando è entrato l' appeso,
         resta te fore lu contrappisu.                                resta fuori il contrappeso.

SOLUZIONI :

 1 )     Lu quasettu                                                        Il calzino
 2 )     lu tamantile                                                        il grembiule
 3 )     la bbarba                                                            la barba
 4 )     lu recchinu                                                         l' orecchino  

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